lunedì 14 gennaio 2008

La ricerca sulle scie chimiche in Italia

1. Introduzione

Alcune persone in Italia hanno il sospetto che, da alcuni anni, degli aerei stiano rilasciando nei nostri cieli scie diverse dalle normali scie di condensazione. Queste scie anomale, potenzialmente dannose per la nostra salute, sono state chiamate scie chimiche o, in inglese, chemtrails. Il termine inglese chemtrail è una abbreviazione di chemical trail (scia chimica) che si contrappone al termine contrail, abbreviazione di condensation trail (scia di condensazione).
Gli obiettivi dell'operazione di irrorazione con le scie chimiche, che sarebbe effettuata nei cieli di molti Paesi del mondo, sarebbero molteplici. Alcuni di questi obiettivi sarebbero ad esempio la modifica del clima e la diffusione di agenti patogeni.
Alcune persone, visto l'inquietante scenario descritto da questa ipotesi, hanno deciso di verificarla impegnandosi in una attività di ricerca.
Chi si occupa di ricerca sulle scie chimiche cerca prove che ne verifichino l'esistenza affinché, in caso di verifica positiva, tali prove siano presentate ai cittadini ed alle Istituzioni.

Tuttavia la ricerca sulle scie chimiche in Italia, a mio avviso, se pur condotta con impegno, spesso non è effettuata nel modo appropriato, dove per appropriato intendo un modo che porti alla verifica dell'esistenza delle scie chimiche su basi scientifiche.
Se venisse appurato in maniera scientifica che degli aerei hanno rilasciato scie diverse dalle normali scie di condensazione sul nostro territorio, le Istituzioni sarebbero tenute a verificare chi ha rilasciato nei cieli scie chimiche, cosa è stato rilasciato e perché. Inoltre, le Istituzioni dovrebbero anche impegnarsi affinché tali sorvoli non si ripetessero.
Dimostrazioni dell'esistenza delle scie chimiche non basate su evidenze scientifiche difficilmente porterebbero a questo risultato poiché difficilmente verrebbero prese in considerazione a livello istituzionale.

Questo articolo si propone dunque l'obiettivo di proporre delle linee guida per una ricerca sulle scie chimiche che risulti efficace, e, contestualmente, di verificare quale sia il punto della situazione della ricerca sulle scie chimiche in Italia.

2. La ricerca sulle scie chimiche in Italia: modalità e obiettivi

Cosa vuol dire fare ricerca sulle scie chimiche in Italia? Vuol dire essenzialmente verificarne l’esistenza.
Come ben sappiamo, secondo il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio non esistono evidenze scientifiche dell’esistenza delle scie chimiche. Il Ministro ricorda infatti che non è stato possibile trovare alcuna ricerca sulle scie chimiche pubblicata su riviste scientifiche; manca completamente cioè del materiale pubblicato che sia stato oggetto di una revisione indipendente e anonima da parte di altri ricercatori. Il ministro ricorda inoltre che i siti specialistici degli osservatori di scie chimiche sono carenti dal punto di vista scientifico [1].
Questo vuol dire che in ambito governativo al momento si ritiene che le scie chimiche non esistano e che le scie chimiche verranno prese in considerazione quando verranno pubblicate le prove della loro esistenza, dopo revisione da parte di altri ricercatori.

Le riviste scientifiche dove viene effettuato questo controllo dei risultati vengono chiamate riviste peer reviewed o referate.
Nelle riviste referate, esperti della materia giudicano, solitamente in maniera anonima, la bontà e la coerenza dei risultati presentati e delle tecniche sperimentali utilizzate, indicano se sono necessari ulteriori prove o conferme e decidono infine se il lavoro è idoneo o meno per la pubblicazione.
Una volta pubblicato su una rivista peer reviewed un risultato scientifico acquista credibilità ed ufficialità.

Quali sono dunque i vantaggi di pubblicare i propri risultati su riviste referate?
A parte l’importantissimo vantaggio che tali risultati verrebbero presi in considerazione dal governo, un articolo referato diventa potenzialmente immune da errori. Il processo di verifica serve infatti a evitare o quanto meno a diminuire enormemente la probabilità che vengano affermate cose sbagliate.
Errori e mancanze, causati ad esempio da fretta, distrazione, leggerezza, inesperienza sono sempre dietro l’angolo e anche con tutta la buona volontà non sempre si riescono ad evitare.
Chi pubblica risultati di una ricerca senza verifica ha quindi una probabilità molto maggiore di pubblicare risultati errati rispetto a chi pubblica dopo verifica.
Inoltre, la verifica della presenza di eventuali errori in pubblicazione non referate avviene solo se qualcuno dei lettori, o l'autore stesso, decide di farlo. Si viene così a creare un rischio da tenere ben presente: se nei dati pubblicati è presente un errore, ma nessuno dopo la pubblicazione si prende la briga di verificare i dati, informazioni errate verranno trasferite in continuo alle persone che consultano la pubblicazione.
Questo grave rischio diminuisce enormemente in un processo di pubblicazione dopo verifica dei risultati.

E' bene poi ricordarsi che le energie spese per la stesura di lavori e articoli sulle scie chimiche da pubblicarsi in mezzi diversi dalla rivista referata, sono energie spese in una direzione che difficilmente porterà il risultato descritto ad essere preso in considerazione a livello istituzionale.

Esiste inoltre l'opinione che la presenza di gravi errori nei risultati di una ricerca non ottenuti con metodi scientifici e pubblicati senza verifiche, possa comportare la messa in discussione della credibilità sia del ricercatore che ha prodotto quei risultati, sia dell'intera tematica, compromettendo così anche il lavoro svolto da quei ricercatori che invece usano metodi scientifici. Personalmente, ritengo al riguardo che risultati scientifici inattaccabili non vengano comunque messi in discussione da errori prodotti in altre ricerche, e che ogni ricerca faccia storia a sé. La credibilità sulla tematica delle scie chimiche arriverà quando e se verrano pubblicate evidenze scientifiche forti; a quel punto, errori presenti in altre ricerche non avranno conseguenza alcuna.
Esiste comunque un potenziale rischio che riguarda chi si avvicina alla tematica delle scie chimiche per la prima volta. Neofiti interessati alla questione, imbattendosi in articoli sulle scie chimiche che presentano evidenti errori, potrebbero anche ritenere che la questione non venga affrontata in maniera rigorosamente scientifica e di conseguenza potrebbero allontanarsene. Ciò sarebbe un peccato, poichè in questo momento in cui si deve verificare se le scie chimiche esistono, sarebbe necessario l'apporto critico di più persone possibile, soprattutto di scienziati.
Per quanto riguarda invece la possibilità che il ricercatore che pubblica senza verifiche possa subire, in caso di gravi errori nei suoi risultati, una potenziale perdita di credibilità, ritengo che tale possibilità dovrebbe essere presa in considerazione dal ricercatore nel momento in cui decide la modalità di pubblicazione dei suoi risultati.

Alla luce di tutte queste considerazioni, la pubblicazione dei risultati di una ricerca in riviste referate appare a mio avviso di gran lunga preferibile rispetto alla pubblicazione senza verifica. Anche essendo sicuri dei propri dati, risulta sicuramente più conveniente passare attraverso il processo del controllo dei risultati piuttosto che pubblicarli senza verifiche.

Un altro aspetto della ricerca sulle scie chimiche da tener presente è il metodo, cioè la modalità con cui si ottiene un risultato.
Diciamo subito che è estremamente difficile dimostrare con certezza che un aereo che rilascia una scia dai motori, stia rilasciando una scia chimica. Per dimostrarlo, bisogna produrre dati certi, inattaccabili. Dati che non lascino dubbi ad esperti della materia. Non si può infatti affermare che un aereo rilascia scie chimiche sulla base di impressioni o di opinioni personali. Nessuno accetterebbe mai questi risultati.
Una ricerca può certamente partire da impressioni o intuizioni, ma i risultati della ricerca devono essere basati solo su dati certi.
È consigliabile dunque effettuare analisi molto dettagliate della quota, della scia e del modello del velivolo in studio (la quota è stimabile da una fotografia) prima di indicarlo come aereo chimico.

Ricordo anche l’importanza di effettuare dei controlli sui metodi di analisi che si stanno utilizzando nella propria ricerca, per verificare che i metodi siano validi. Ad esempio, se stimo la quota di un aereo con l’analisi di una foto, devo dimostrare che il metodo funziona, attraverso la stima della distanza di un oggetto di dimensioni note fotografato a distanza nota. Questo è un aspetto di fondamentale importanza che evita errori.
Ricordo poi l'utilità di utilizzare, quando possibile, due tecniche differenti per analizzare lo stesso fenomeno. Ciascuna tecnica valida l'altra.

L'affermazione che un aereo ha rilasciato scie diverse dalle normali scie di condensazione a mio avviso dovrebbe necessariamente passare da queste dieci tappe:

1) raccolta dei dati (ad esempio fotografie, riprese video);
2) analisi attenta e completa dei dati;
3) esecuzione dei controlli necessari;
4) ottenimento di un risultato (l’aereo X il giorno X alle ore X ha rilasciato una scia che non è una scia di condensazione);
5) descrizione del risultato in un articolo così strutturato:
-un breve riassunto;
-una introduzione che descrive l'area di studio e lo scopo della propria ricerca;
-la descrizione e la discussione dei risultati;
-le conclusioni;
-la descrizione delle tecniche sperimentali utilizzate;
-le eventuali referenze;
6) invio dell'articolo ad una rivista peer reviewed;
7) considerazione dell'articolo per la pubblicazione da parte dell'editore della rivista ed invio dell'articolo ad esperti del campo per il controllo del risultato;
8) verifica della bontà del risultato da parte degli esperti;
9) eventuale esecuzione da parte del ricercatore di ulteriori controlli od analisi richieste dagli esperti;
10) accettazione e pubblicazione del risultato.

Una volta accettato per la pubblicazione, l'articolo che descrive il risultato raggiunto è pronto per essere comunicato al pubblico e presentato alle istituzioni.

Esorto quindi tutti le persone che si occupano di scie chimiche a presentare i propri risultati, raccolti seguendo il percorso sopra descritto, a riviste scientifiche specializzate, affinché vengano controllati e, se coerenti, ufficializzati. Esorto i ricercatori a usare parte delle proprie energie per questa attività. L’esortazione è diretta al sottoscritto in primo luogo.
Per quanto riguarda la scelta delle riviste alle quali sottomettere i risultati, visto che, al meglio delle mie conoscenze, non ci sono riviste scientifiche referate che si sono occupate di scie chimiche, la cosa più logica da fare sarebbe quella di rivolgersi a riviste che si occupano delle normali scie di condensazione di aereo, fenomeno estensivamente studiato.

Ad esempio, alcune di queste riviste sono:

Esorto anche i ricercatori che invece preferiscono pubblicare i propri risultati sulle scie chimiche su mezzi diversi dalle riviste peer reviewed a fare estrema chiarezza riguardo al contenuto delle proprie pubblicazioni, ricordando di volta in volta ai lettori quando si tratta di ipotesi di lavoro, di risultati che non hanno subito un referaggio e quindi non controllati da nessuno, di risultati parziali, di risultati verificati e ritenuti corretti, di risultati verificati e ritenuti errati.
Ricordo anche che prima della pubblicazione di un risultato inerente le scie chimiche su mezzo diverso dalle riviste referate potrebbe essere utile perlomeno un referaggio firmato, o amico. Un referaggio firmato è la verifica dei risultati da parte di un esperto di propria conoscenza. Di certo l’articolo acquisterebbe più peso e si ridurrebbero gli errori.
In ogni caso, ricordo ancora che dati pubblicati in mezzi diversi da riviste referate difficilmente verranno presi in considerazione a livello istituzionale.

Esorto anche nel contempo le persone interessate alla questione delle scie chimiche a leggere con estremo spirito critico le pubblicazioni riguardanti le scie chimiche che non sono state verificate da altri ricercatori.

Ricordo infine che la ricerca può essere a volte frustrante. Un risultato inatteso può vanificare mesi di lavoro, energie e soldi spesi. Ma il ricercatore accetta tale risultato con coraggio, e ricomincia la sua ricerca.

3. Il punto della situazione

A che punto è allora la ricerca sulle scie chimiche in Italia? Esistono prove certe dell’esistenza di sorvoli chimici sulle nostre città?

A mio avviso esistono, al momento attuale, delle prove che potrebbero dimostrare l'avvenuto rilascio di scie diverse dalle normali scie di condensazione da parte di velivoli, e prove dell’esistenza di UFO interessati alle scie persistenti di aereo. Queste prove sono tuttavia confinate in blog o video che, come detto, non hanno la validità scientifica per essere prese in considerazione a livello governativo.
Quindi, affinché queste prove possano essere prese in considerazione, è necessario dar loro nuova forma, raccogliendole cioè in articoli scientifici da sottoporre a riviste referate. Se tali prove venissero accettate per la pubblicazione, allora si troverebbero nella forma giusta per essere prese in considerazione dal Governo.

Il punto attuale della situazione riguardo alla ricerca sulle scie chimiche in Italia è quindi il seguente: ancora non esiste, al meglio delle mie conoscenze, neanche una pubblicazione scientifica referata che dimostri l’avvenuto sorvolo di aerei chimici sull’Italia.

4. Conclusioni

Visto l'inquietante scenario prospettato dalla teoria delle scie chimiche è a mio avviso un dovere morale verificare sperimentalmente se le scie chimiche esistono. Se verrà dimostrato che aerei hanno rilasciato nei nostri cieli delle sostanze diverse dalle normali scie di condensazione senza il nostro consenso, le Istituzioni saranno tenute a prendere in considerazione la cosa, a verificare cosa è stato rilasciato nei cieli e da chi, e ad impegnarsi a porre fine al fenomeno.
E' tuttavia importante tenere presente che una ricerca comprovante l'esistenza delle scie chimiche sarà presa in considerazione a livello Istituzionale se seguirà il percorso che passa per la verifica indipendente da parte esperti del campo dei risultati che ha prodotto.
Di fronte ad una interrogazione parlamentare che allegasse una pubblicazione scientifica referata attestante che aerei hanno rilasciato scie chimiche nei cieli italiani, il Governo sarebbero tenuto ad affrontare la questione.
Altri percorsi difficilmente potrebbero portare a questo risultato.

E' auspicabile che la ricerca sulle scie chimiche in Italia, che non ha ancora prodotto pubblicazioni scientifiche su riviste peer reviewed, nonostante la raccolta di numerose prove interessanti, si indirizzi verso tale percorso.

Ringraziamenti


Si ringrazia il Dott. F. Orsini per la lettura e la revisione critica del manoscritto.

Referenza

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Si!credo proprio che l'argomento non faccia una grinza!
non resta che augurarsi che qualche scienziato o ricercatore si muova in tal senso!ovvero abbia tutte le carte in regola...altrimenti si potrà postare in eterno nei blog senza concludere nulla o fare interrogazioni parlamentari non supportate da alcuna documentazione seria,senza "giustamente"ricevere risposta.....
La Scienza ha le sue regole,finchè non saranno applicate anche alle scie,non si potrà cavare un ragno dal buco!e si continuerà a dare spazio alla loro inesistenza,almeno come chemtrails!
FORZA RAGAZZI!cercate i sistemi e gli agganci giusti!
ciao Massimo
tutto bene?
dimmi di sì!
angela

Saimon ha detto...

Bravo Massimo. Ottimo articolo. La strada giusta è questa. Saimon

cieliazzurri ha detto...

Ciao Angela, qui tutto bene :)

cieliazzurri ha detto...

Ciao Saimon, grazie :)