mercoledì 27 febbraio 2008

Viste da vicino

In questo video sono riportate riprese di scie persistenti di aereo nei cieli di Milano effettuate il 5 dicembre 2007.

Video: Jet Trails CloseUps


lunedì 25 febbraio 2008

Difficoltà di gestione del sito "Scie persistenti su Milano" causata dall'interruzione del servizio di ADSL di Wind-Infostrada

Aggiornamento del 4 marzo 2008.

L'attività di Scie persistenti su Milano riprende regolarmente. In data 4 marzo 2008 Wind Infostrada ha ripreso a fornirmi il servizio di ADSL.

Aggiornamento del 26 febbraio 2008.

Ieri pomeriggio, dopo 25 giorni senza ADSL, ho telefonato per la settima volta al servizio di assistenza tecnica Infostrada. Dopo la solita attesa, e dopo aver spiegato per l'ennesima volta il problema, la operatrice mi dice “Lei dovrebbe chiamare da casa cosi che io possa verificare qual è il problema”. Al che rimango basito. Qual è il problema?? Ma come, dopo 25 giorni dalla mia prima segnalazione, ancora non sanno qual è il problema?? L'operatrice mi riferisce che dal terminale risulta che il mio guasto è stato risolto. Strano, a me non risulta. Torno a casa, provo a collegarmi alla adsl e ovviamente non riesco a collegarmi. Telefono per la ottava volta al servizio di assistenza tecnica, attendo, e l'operatrice di turno non può far altro che constatare dalla sua postazione che la mia adsl non funziona. Questa volta l'operatrice commenta la situazione così: “Davvero incredibile”. L'operatrice, dopo un consulto col suo superiore, mi dice che comunicherà la cosa al centro tecnico.
La stessa cosa che mi era stata detta 25 giorni fa.
Ci avviciniamo paurosamente al mese senza servizio adsl.

25 Febbraio 2008

Dal 31 gennaio 2008, il mio provider di ADSL Wind-Infostrada mi ha interrotto improvvisamente e senza preavviso il servizio di ADSL.

È da tale data (25 giorni a tutt'oggi) quindi che ho enormi difficoltà nella gestione di questo blog, in particolare per quel che riguarda l'upload di video.

Mi scuso di ciò con i lettori del Blog, ma purtroppo non posso farci niente. La repentina segnalazione del problema (in data 31 gennaio) e numerose mie telefonate al servizio assistenza tecnica di Libero non hanno sortito alcun effetto. Tali telefonate sono state effettuate dopo attese interminabili accompagnate da una musichetta comprensiva di starnazzamenti di paperi. Per cui uno già non è contento perchè non ha la linea da giorni, è in attesa di parlare con l'operatore che gli dirà: "Mi dispiace, ma più che fare un sollecito al servizio tecnico, non posso", e in più, mentre attende, sente pure la canzone col paperello che gli fa qua qua!§ Come vi sentireste in quella situazione?

Ma allora mi chiedo, ma alla WIND-Infostrada, non immaginano che un cliente se non ha la linea per tre settimane, senza ricevere un briciolo di scuse e senza poter parlare con un responsabile, possa rompere il contratto? Ma che politica usano? Ma gli importa di avere clienti? Sinceramente non capisco.

Mi chiedo anche quale guasto tremendo possa necessitare di 3 settimane di lavoro, esattamente di 16 giorni lavorativi.

Visto che mi sembrerebbe assurdo che una compagnia telefonica permetta che un disservizio non venga trattato o peggio, venga dimenticato per 3 settimane, dobbiamo essere di fronte davvero ad un problema tremendo per richiedere tale sforzo di 16 giorni di lavoro. Pensate quante cose ciascuno di noi può fare in 16 giorni.
Ad esempio, in 4 giorni si può costruire un piano di un grattacielo*. In quei 16 giorni se ne potevano costruire ben 4!

Io mi aspetto che dei tecnici lavorino al mio caso da quando hanno saputo del disservizio. O sbaglio? I tecnici dovrebbero sapere del problema perlomeno dalla mattina del venerdì 1 febbraio e mi immagino che da quel momento si siano dati da fare per risolvere il caso. Eppure, tutto questo tempo non è stato sufficiente per ripristinare la mia linea adsl.

Mi aspetto allora che il problema debba essere davvero tremendo, catastrofico e, letteralmente, inimmaginabile, perché davvero non riesco ad immaginarmi un problema che richieda così tanto tempo per essere risolto!
Per questi motivi, ipotizzo che forse ci vorranno altri giorni o settimane, o addirittura mesi di duro lavoro per risolvere un problema che si è dimostrato irrisolvibile fino ad oggi. Forse, nella peggiore delle ipotesi, non verrà risolto mai.

Buon lavoro, cari tecnici.
Ricordo che comunque sono disponibile a dare una mano. Se mi dite cosa bisogna fare lo faccio io!

§Effettuando oggi una chiamata al servizio di assistenza tecnica di INFOSTRADA ho appurato che la musichetta di attesa è cambiata. Hanno tolto quella col paperello!

giovedì 21 febbraio 2008

Chiarimenti su una notizia gravemente errata

In data 18 febbraio 2008 è apparso sul forum di sciechimiche.org un commento di Al, utente del forum, che scrive di aver letto (senza citare la fonte) che un professore laureato in scienze politiche che è stato Ambasciatore per l'Italia all'estero revisiona i miei articoli.

Quanto riportato da Al è gravemente errato.

Per chi si fosse imbattuto in tale commento, ricordo che il Dott. F. Orsini, che ha gentilmente revisionato i miei ultimi articoli, è un fisico dell'Università di Milano, e al meglio delle mie (e delle sue) conoscenze non è mai stato Ambasciatore per l'Italia all'estero, anche se credo che non gli sarebbe dispiaciuto.
In ogni caso il Dott. F. Orsini si dichiara più che disponibile ad accettare il nuovo incarico fin da subito!

martedì 19 febbraio 2008

Le prove dell'esistenza delle scie chimiche

In questo breve articolo descrivo l'approccio metodologico che sta alla base dei miei studi sulle scie chimiche: ricercare prove forti e sicure.

L'obiettivo delle mie ricerche sulle scie chimiche è verificare se esistono prove certe ed inattaccabili dell'esistenza di scie diverse dalle normali scie di condensa di aereo nei cieli della mia città.

Perché cerco prove forti e inattaccabili? Perché queste prove, una volta presentate alla comunità scientifica, difficilmente potrebbero essere messe in discussione da esperti della materia (fisici, meteorologi, esperti di analisi di immagine). Tali prove, una volta verificate e validate, potrebbero allora essere presentate alle Istituzioni che sarebbero necessariamente tenute ad affrontare la questione scie chimiche. Ricordo che al momento si ritiene in ambito Istituzionale che le scie chimiche non esistano [1].
Prove non certe e non verificate come ad esempio impressioni e sensazioni che una scia sia strana, o che ci sia qualcosa che non va nelle nuvole, forniscono importanti ipotesi di lavoro, ipotesi che però devono essere verificate in maniera rigorosa.

Scia di aereo su Milano


Come facciamo allora ad essere sicuri che le nostre prove siano inattaccabili? Semplicemente tentando con tutte le nostre conoscenze di farle cadere.
Quando siamo di fronte ad una potenziale prova dell'esistenza delle scie chimiche dobbiamo verificarne ogni possibile falla, essendo freddi, lucidi e spietati. Dobbiamo cercare in tutti i modi di smontare la nostra prova e, soprattutto, dobbiamo essere pronti ad accettarne il crollo. Una prova che non sta in piedi non ci serve proprio a niente.

Se dopo tutte le nostre verifiche le nostre prove rimangono in piedi, allora abbiamo trovato possibili evidenze dell'esistenza delle scie chimiche che possiamo mostrare alla comunità scientifica sentendoci abbastanza sicuri che verranno accettate.
Dico abbastanza perché, per lo meno nel mio caso, le mie conoscenze di fisica dell'atmosfera e di meteorologia non sono così buone da non poter escludere di aver tralasciato qualcosa.

Se accettate e validate dalla comunità scientifica, le prove potranno essere presentate ai cittadini ed alle Istituzioni.

Referenza

Nota sul copyright


La fotografia di questo post può essere utilizzata e pubblicata, a patto che venga sempre indicato l'autore, l'url di questo sito e l'url di questo post, con link cliccabili se collocata in siti web. E' vietato l'utilizzo della fotografia a fine di lucro.

martedì 12 febbraio 2008

Il riconoscimento del modello di un aereo. Considerazioni sul metodo per la stima della quota di volo di un aereo da una fotografia

Questo articolo viene pubblicato dopo revisione da parte del Dott. F. Orsini.

Introduzione


La verifica dell'esistenza delle scie chimiche, obiettivo specifico di questo blog, passa anche attraverso la stima della quota di volo di un aereo che rilascia scie. Se alla quota di volo stimata non è prevista la formazione di scie, siamo di fronte a una possibile anomalia su cui investigare.
Uno strumento che possiamo facilmente utilizzare per la stima della quota di volo di un aereo è la macchina fotografica.
Straker ha precedentemente descritto il metodo [1] per la stima della quota di volo di un aereo da una fotografia, che permette di valutare la distanza che intercorre tra la macchina fotografica e l'aereo, e di conseguenza, in base all'angolo di elevazione col quale la foto è stata scattata, la quota di volo del velivolo.
Se l’aereo passa sulla nostra verticale è sufficiente conoscere la distanza tra noi e il velivolo per stimare la quota, senza bisogno di misurare l’angolo.
Per stimare questa distanza è necessario conoscere una serie di dati della macchina fotografica, della foto in studio e del modello di aereo fotografato, ed applicare una semplice proporzione matematica.
Un passaggio cruciale di questa metodica è proprio il riconoscimento del modello di velivolo fotografato poichè, per stimarne la quota di volo, è necessario conoscerne le dimensioni esatte.

In questo articolo mostro come effettuare il riconoscimento del modello di un aereo attraverso l'analisi di una sua fotografia (per aerei fotografati sulla verticale), portando un esempio di riconoscimento e stima della quota di volo di un velivolo fotografato nei cieli di Milano. Effettuo inoltre alcune considerazioni sul metodo di stima della quota.

Metodi e analisi dei dati

Per prima cosa dobbiamo munirci di una macchina fotografica, preferibilmente con mirino e con maggiore zoom ottico e megapixel possibile. Il mirino è necessario perché senza di esso risulta molto difficile inquadrare un aereo. Elevato zoom ottico e tanti megapixel permettono di ottenere foto ben risolte.
Per l'esempio portato in questo post ho utilizzato una fotocamera digitale Lumix FZ18.
Settiamo poi la macchina in modo che la risoluzione delle foto sia la maggiore possibile.
A quel punto, passa un aereo, lo vediamo avvicinarsi.

Prendiamo la macchina fotografica. Settiamo inizialmente lo zoom al minimo, giusto per inquadrare il velivolo. Una volta inquadrato il velivolo, aumentiamo lo zoom fino al massimo. L’apparecchio è ora nel centro del nostro mirino.
Scattiamo la foto. In questa fase due cose sono di fondamentale importanza: i) effettuare più scatti, poiché l’autofocus non sempre lavora bene fotografando oggetti così lontani e, soprattutto, ii) fotografare l’aereo quando è sulla nostra verticale, perchè così facendo non si pone il problema della misurazione dell'angolo ed è possibile effettuare agevolmente il riconoscimento dell'apparecchio (vedi oltre). Questo vuol dire posizionarsi, ahimé, con la schiena flessa all'indietro in modo che la lente della macchina sia parallela al suolo.

Abbiamo scattato un po' di foto. Selezioniamo quella più a fuoco e più sulla verticale.



Abbiamo scelto questa foto. Dobbiamo ora capire di che modello di aereo si tratta, perchè come detto abbiamo bisogno di conoscerne le dimensioni reali. Ingrandiamo allora il velivolo.



Puliamo l’immagine e miglioriamo i livelli di colore.


I colori sembrerebbero quelli inconfondibili della compagnia EasyJet. Questo fatto ci aiuta molto perché la EasyJet ha nella sua flotta solo Airbus 319 e Boeing 737 (dato a settembre 2007) [2]. In generale, riconoscere la compagnia aerea di un aereo di cui vogliamo conoscere il modello è un aiuto essenziale in caso di dubbi. E' sufficiente infatti verificare quali modelli di aereo siano in possesso della compagnia per restringere il cerchio dei modelli possibili. Adesso dobbiamo verificare il modello dell'aereo presente nella nostra foto. Un occhio esperto già sa di che aereo si tratta, ma vediamo di procedere con calma. Quello che bisogna fare per identificare il velivolo è sovrapporre la fotografia del bimotore in studio ai disegni in scala di tutti i modelli di bimotore in circolazione. Solo lo schema corrispondente al modello dell’aereo in studio combacerà con la fotografia. Nel nostro caso l'operazione è resa più semplice dal fatto che si tratta quasi certamente di un EasyJet e quindi di un a319 o un b737.
I disegni in scala degli aerei si trovano facilmente su internet. Per la Boeing ad esempio, sul sito ufficiale si trovano tutti i disegni.
Per la sovrapposizione della foto ai disegni utilizzo il software Adobe Photoshop Elements.

Ora, prima di effettuare la sovrapposizione è di fondamentale importanza effettuare due operazioni. E' necessario ridimensionare la fotografia e i disegni in scala in modo che abbiano le stesse dimensioni in pixel. È inoltre necessario tagliare la foto e i disegni allo stesso modo (per consuetudine taglio la figura alla base dello stabilizzatore orizzontale e ridimensiono l'immagine a 200 px).

Ecco quindi nell'immagine posta qui di seguito la foto del nostro aereo ed i disegni in scala del Airbus 319, del Boeing 737-700 e dell'Airbus 320, un velivolo molto simile al A319 che utilizziamo come controllo, tagliati allo stesso modo, ridimensionati a 200 px e pronti per la sovrapposizione. Ovviamente il nostro aereo è visto dalla pancia mentre i disegni sono visti dal dorso.



Sovrapponiamo adesso la nostra foto ai disegni in scala come spiegato sopra. La foto è sovrapposta mantenendo un'intensità pari al 50% dell'originale:



Osservando con attenzione questa immagine (si consiglia di cliccare sull'immagine per ingrandirla) si può facilmente notare che la sovrapposizione più efficace è quella con il disegno dell’a319 mentre negli altri casi sono presenti numerose differenze. Alcune di queste differenze sono evidenziate nella figura sottostante (la luminosità e il contrasto dell'immagine sono stati migliorati):



(a): lo stabilizzatore orizzontale dell'a320 appare significativamente più stretto di quello dell'aereo in studio; (b): le ali dello schema del a320 appaiono più strette di quelle del velivolo in studio e gli attuatori laterali dei due apparecchi non si sovrappongono; (c): i tre attuatori (arancioni) dell'aereo in studio sono sfasati rispetto a quelli del 737-700.

Questi dati mostrano dunque che un a319 con una bella scia è passato sopra la mia casa. Questo aereo è lungo 33,84 metri.

Adesso stimiamone la quota di volo utilizzando la formula [1]*:

Quota di volo = sena*df*da*r/(pxa*d)
dove

a = angolo di elevazione;
df = distanza focale in millimetri;
da = dimensione aereo in metri;
pxa = pixel aereo nella foto;
d = base ccd in millimetri;
r= risoluzione immagine in pixel (base).

Questi sono i dati in nostro possesso:

a=90°;

df = 83 mm;
da = 33,84 m;
pxa = 154 px**;
d = 5,76 mm;
r = 3264 px;

Si ha dunque che:

distanza
= sen 90*83*33,84*3264/(154*5,76)= 10335 metri

Il nostro Airbus 319 EasyJet stava volando ad una quota stimata di 10335 metri, una normale quota di volo.

La foto è stata scattata l’8 febbraio 2008 alle ore 13:45. Riporto per completezza il diagramma di Appleman [4]*** della giornata:



Il diagramma mostra che a 10420 metri c’erano le condizioni atmosferiche idonee per la formazione di scie di aereo.

Discussione


Vediamo adesso di effettuare alcune considerazione su questo metodo di stima della quota di un velivolo (ricordo anche che è di fondamentale importanza utilizzare sempre occhiali da sole quando si fotografano aerei).

i) Se fotografiamo un velivolo che non è sulla nostra verticale è necessario misurare in qualche modo l’angolo di elevazione. La misurazione dell'angolo potrebbe essere effettuata dotandosi di una livella digitale e segnando il valore dell’angolo a cui si trova la macchina fotografica prima dello scatto.

ii) Le dimensioni del ccd delle fotocamere non sono semplicissime da ottenere. Il manuale di istruzioni o il sito internet della casa produttrice della macchina fotografica di solito riportano le dimensioni in frazioni di pollici del ccd. Da queste dimensioni è possibile risalire alla dimensione in millimetri della base del sensore del ccd utilizzando la tabella contenuta in questo sito: Sensor Sizes.

iii) La sovrapposizione efficace della foto con lo schema indica che la macchina fotografica utilizzata per l'esempio riportato in questo post permette di effettuare foto di velivoli in movimento, distanti parecchi chilometri senza evidenti distorsioni nella forma del velivolo.

iv) La quota calcolata può talvolta essere sovrastimata perchè non siamo sicuri di essere sulla verticale esatta. Se l'angolo di elevazione del nostro esempio fosse stato in realtà di 80°, la quota stimata si ridurrebbe a 10177 metri. Fotografando aerei sulla nostra verticale senza livella, e utilizzando nella formula un valore dell'angolo di elevazione di 90°, sarebbe dunque bene considerare un errore del 1,5%.

v) Siamo sicuri che la dimensione del ccd e la distanza focale riportata dal produttore della macchina fotografica utilizzata siano quelle giuste? E che quindi portino ad una stima corretta della distanza?
C’e’ solo un modo per saperlo. Tarare la propria macchina fotografica. Fotografare cioè un oggetto di dimensioni note a distanza nota, e calcolarsi il rapporto distanza focale/CCD e confrontarlo con i dati riportati dal produttore.
Nel caso della macchina fotografica utilizzata per fotografare l'aereo in studio, l'ho tarata fotografando un oggetto di 25 metri a una distanza nota di 1279 metri, ottenendo una distanza calcolata di 1264 (i dati del produttore sottostimerebbero di un 1,19% rispetto alla distanza misurata). Il rapporto calcolato df/ccd di 14,4097 contro un rapporto dichiarato di 14,5768. Una discreta corrispondenza. A questo punto devo decidere se utilizzare nei miei calcoli il dato calcolato o il dato dichiarato. Quale è più corretto? Di certo il dato sperimentale può risentire di errori e imprecisioni di misurazione. Vista comunque la corrispondenza tra i due valori, posso utilizzare tranquillamente il dato riportato e per sicurezza considerare un errore dell'1%.

vi) E' estremamente importante essere sicuri di aver identificato il modello di velivolo giusto. Le dimensioni degli aerei variano di tanto. Nel caso dei bimotori, dai 33 metri dell'a319 a più di 60 metri per l'A330-600. Utilizzare nella formula una lunghezza reale dell'aereo che non è quella effettiva porterebbe a un enorme errore nella stima della quota. Ad esempio, se avessi identificato il velivolo in questione come un a300, lungo 54 metri, avrei ottenuto una quota di oltre 16 000 metri!

vii) Bisogna ricordarsi di aggiungere alla quota stimata, la quota a cui si trova il fotografo. Quello che calcoliamo è infatti la distanza macchina fotografica-aereo, ma a noi interessa la distanza aereo-suolo.
Se fotografo ad esempio un aereo dalle terrazze del Duomo devo ricordarmi di aggiungere una settantina di metri alla quota stimata :)

viii) La precisione osservata alla distanza di taratura è mantenuta anche quando fotografiamo oggetti posizionati a distanze circa 10 volte maggiori?.
Io mi aspetto di sì. I parametri della macchina rimangono uguali sia a 1200 che a 10000 metri e la qualità delle foto ottenute a distanze considerevoli non presenta evidenti distorsioni nelle forme.
Per esserne tuttavia sicuri e correggere un eventuale errore, sarebbe necessario effettuare dei controlli fotografando aerei in volo - a quota nota - sulla verticale e confrontarne il dato stimato con il dato reale, oppure fotografare da altezze di 5-10mila metri oggetti di 30-50 metri situati a terra (ad esempio da una mongolfiera sportiva). Si potrebbero anche fotografare oggetti situati davanti a noi, di dimensione nota e ad una distanza di 5-10mila metri (cosa non semplicissima).

Conclusioni

In conclusione, una macchina fotografica sottoposta ad un processo di taratura, possibilmente su distanze di parecchi chilometri, che permetta di effettuare delle fotografie di velivoli in movimento senza evidenti distorsioni delle forme, è un prezioso strumento che può fornirci delle utili indicazioni sulla quota di volo di un aereo il cui modello sia stato efficacemente riconosciuto.

Note


*La formula si ricava così: 3264 pixel (numero di pixel di cui il lato maggiore della foto è composto) sono distribuiti su un sensore CCD il cui lato maggiore misura 5,76 mm. Un px ha quindi le dimensioni fisiche di 5,76/3264 mm. L’aereo misura nella fotografia 154 pixel, quindi ha una dimensione fisica nel ccd di 154*5,76/3264 mm
Dobbiamo adesso calcolare con una semplice proporzione la distanza focale (che è la distanza tra la lente e il ccd) alla quale l’immagine fisica sul CCD corrisponderebbe alle dimensioni reali del velivolo. Tale distanza corrisponde alla distanza tra noi e l’oggetto. La proporzione è la seguente: 33,84 m : x m = 154*5,76/3264 mm: 83 mm. Si ottiene quindi che X =33,84*83*3264/(5,76*154) = 10335 metri.
**La dimensione in pixel di un oggetto in una foto si può facilmente calcolare con vari programmi. Io utilizzo ImageJ [3], programma di analisi e processamento immagini opensource pratico e veloce.
***Per la spiegazione del diagramma di Appleman si veda anche un precedente articolo pubblicato su questo blog [5].

Referenze


[1]
Desumere la quota di volo di un'aviocisterna chimica
[2]
EasyJet da Wikipedia
[3] http://rsb.info.nih.gov/ij/

Ringraziamenti


Ringrazio il Dott. F. Orsini per la lettura critica del manoscritto.

Nota sul copyright


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venerdì 8 febbraio 2008

Scie di carnevale

Giovedì 7 febbrario 2007 a Milano, in un cielo azzurro pulito e senza foschia, sono state osservate numerose scie di aereo, alcune delle quali persistenti ed in espansione.

Queste sono alcune fotografie della giornata.

Asterisco di scie


Aghi di ghiaccio orientati in scia espansa

Bizzarra scia di un a340

Croce di scie in espansione

Tramonto con scie


E’ in corso una analisi di foto, video e dati dei radiosondaggi della giornata atta a verificare l’eventuale esistenza di scie anomale tra le scie osservate.

Nota sul copyright

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E' vietato l'utilizzo delle fotografie a fine di lucro.

lunedì 4 febbraio 2008

The Twin Trails

In questo video sono riportate altre riprese (vedi anche post precedente) di aerei e scie relative alla giornata del 26 gennaio 2008 a Milano.

Video: The Twin Trails