venerdì 27 marzo 2009

Ha ancora senso preoccuparsi per le scie chimiche?

Il mese di marzo continua a regalare degli spettacolari cieli e tramonti caratterizzati dalla presenza di scie di aereo. Appena possibile pubblicherò foto, video ed analisi di queste giornate.
Nel post odierno invece, a compendio degli articoli recentemente pubblicati inerenti la teoria scientifica che spiega le scie di aereo, pubblico delle ulteriori riflessioni sulla tematica delle scie chimiche.

Una volta appurato che le scie di aereo sono un fenomeno normale e conosciuto, e che in base alle mie verifiche a tutt'oggi non esistono evidenze dell’avvenuto rilascio di scie diverse dal ghiaccio nei cieli di Milano, qual è il modo giusto di porsi di fronte alla tematica delle scie chimiche? Ha ancora senso preoccuparsi?

Mettersi in discussione

Negli ultimi articoli pubblicati sul blog (qui e qui) ho spiegato come esista una teoria scientifica che descrive e spiega cosa sono le scie degli aerei che vediamo in cielo. Altri articoli dettagliati sull’argomento (qui) ed anche un utilissimo programma che ci dice quando aspettarci scie in base ai dati atmosferici sono disponibili sulla rete.
In precedenza ho anche spiegato come sia facile e divertente stimare la quota di volo di un aereo con scia allo scopo di verificare se la quota della scia sia compatibile con la teoria scientifica.
In un articolo ho mostrato alcune animazioni che mostrano l'entità, davvero notevole, del traffico aereo del mondo.
Infine, in un altro articolo, ho mostrato come dopo più di un anno di osservazione del cielo di Milano non abbia ancora trovato alcuna evidenza CERTA e INATTACCABILE dell’avvenuto rilascio di scie di natura diversa dal ghiaccio su Milano.
Ricordo inoltre che le recenti risposte ministeriali ad interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche si concludono così:
"L'interpretazione più plausibile del fenomeno è che i presunti episodi di scie chimiche siano in realtà comuni scie di condensazione che sono durate più a lungo ed hanno assunto forma peculiare per effetto delle condizioni meteorologiche".
Bene. In base a tutto ciò a me sembra logico porsi di fronte al fenomeno scie senza paure o preoccupazioni.
Io ad esempio continuo le mie osservazioni del cielo ma quando vedo una scia non mi preoccupo affatto. Anzi, rimango affascinato e cerco di analizzare il fenomeno scientificamente.
Ora, questo è quello che faccio io ma so bene che ci sono delle persone che hanno davvero paura delle scie di aereo ritenendole tossiche. Tale paura nasce in seguito all'osservazione di cieli pieni di scie o dopo essere venuti a conoscenza ed aver dato credito alla “teoria” delle scie chimiche che si incontra su internet.
Spaventarsi senza un motivo certo è a mio avviso una cosa davvero poco utile alla propria vita per cui, essendo presenti sulla rete tutti gli strumenti per comprendere scientificamente il fenomeno delle scie di aereo e per fare delle verifiche sull’esistenza delle scie chimiche, consiglierei a chi ha paura delle scie di provare a mettere in discussione le proprie convinzioni e le proprie paure.
In fondo non c’è nulla da perdere a mettersi in gioco. Se le scie chimiche davvero esistono, le verifiche le confermeranno. Se non esistono, si troverà la verità e soprattutto la tranquillità. In entrambi i casi non si perde nulla, anzi, in un caso si guadagna.
Certo non si tratta di un percorso facile poichè mi sono accorto che quando si cade nella “trappola delle scie chimiche” si fa davvero fatica ad uscirne

Certezze e sospetti

Bene. Vediamo di discutere ora come porsi di fronte alla tematica delle scie chimiche una volta che si realizza che a tutt’oggi non esistono evidenze certe della loro esistenza.
Qualche giorno fa, discutendo di questi argomenti, mentre spiegavo il mio modo di pormi di fronte alle scie di aereo, mi è stata posta questa domanda: “Ma secondo te, allora tutte le scie che vedi sono normali scie di condensa? Sei proprio sicuro? Come fai a dirlo?”
A mio avviso è una domanda molto interessante che merita una accurata risposta.

Quando vedo una scia in cielo vedo, come detto, un fenomeno noto, normale e conosciuto.
Ora, parlando ipoteticamente, è ovvio che potrebbe esistere qualche scia che non è una scia di condensazione ma è una scia chimica, indistinguibile dalle scie normali. Tutto è possibile nella vita. Non posso escluderlo a priori ovviamente. E a pensarci bene, non ci sarebbe neanche niente di strano. In tutti gli aspetti della nostra vita esistono gli imbrogli, gli inganni.
Ma se vogliamo ragionare così, cioè sulla base di ipotesi allarmanti non verificate, allora dobbiamo farlo bene, mica solo per le scie di aereo! Dovremmo pensare che potrebbe esserci qualcuno che spruzza sostanza tossiche dal tubo di scappamento delle automobili e non solo dagli aerei, qualcuno che inquina l’acquedotto per avvelenare i cittadini, qualcuno che inquina il mare per avvelenare i bagnanti, qualcuno che emette radiazioni nocive nell'atmosfera. Potremmo continuare all’infinito. Tutto è possibile. Come potrei escludere queste cose?
Però, se agissimo considerando tutte queste fantasiose possibilità come potenziali pericoli, finiremmo di vivere. Ci rinchiuderemmo in una stanza al sicuro e non usciremmo più.

I semplici sospetti a mio avviso non ci devono spaventare. I sospetti non dimostrati sono parole prive di tutto e piene di niente. Sono solo spettri, fantasmi. Possono essere giusti o sbagliati. Ma fino alla loro dimostrazione o smentita non hanno alcun valore e non devono influenzare la nostra vita.
Parlando del nostro caso specifico, sappiamo che in Italia ci sono alcune persone che sospettano che degli aerei rilasciano scie di natura differente dal ghiaccio.
Bene. Ma questi sospetti si basano su prove o su impressioni? Esistono prove certe, dimostrate, inequivocabili, che degli aerei specifici, in giorni e località precise abbiano rilasciato sostanze diverse dal ghiaccio, e tossiche per le persone, animali, coltivazioni, sul territorio italiano? O essitono solo impressioni? Io, come detto, queste prove le ho cercate per più di un anno, ma a tutt’oggi non ho trovate. E se queste prove esistessero, è ovvio che verrebbero prese in considerazione dalle Istituzioni.
Cosa si sa invece di certo sulle scie di aereo che vediamo in cielo? Tanto! Ci sono più di 50 anni di letteratura scientifica che ci spiegano che cosa sono le scie.
In base a tutto ciò quindi, preoccuparsi per le scie di aereo in base a sospetti e zero prove, non considerando la mole di pubblicazioni scientifiche presenti sull'argomento, a mio avviso non è il modo corretto di porsi (il grosso problema è, ovviamente, che molte persone credono, ahimè, che le prove ci siano e di conseguenza si preoccupano).
A mio avviso, prima di allarmarsi per un problema, il problema deve essere dimostrato. Se domani una persona esce con una nuova teoria catastrofica, noi cosa facciamo, dobbiamo darci credito e iniziare a preoccuparci? Senza prove? Assolutamente no. Dobbiamo basare la nostra vita su delle certezze e non su fantasie, se no, non non andiamo più avanti.
Si può discutere di qualunque cosa, è giusto, ma a mio avviso dobbiamo spaventarci solo quando è davvero il caso.
E soprattutto, di fronte a delle supposte prove che dovrebbero avvalorare la teoria catastrofica, dobbiamo assolutamente fare le nostre verifiche sulla bontà di tali prove! Gli errori sono sempre dietro l'angolo.

La mia risposta alla domanda è dunque che tutto è possibile nella vita, ma mi preoccuperò delle scie chimiche solo quando vedrò prove forti e certe della loro esistenza.
Fino a che non avrò una prova certa, sicura, definitiva, netta, che sono state rilasciata scie tossiche per la mia salute o per la salute del pianeta, considererò le scie degli aerei come normali scie di condensa, senza preoccuparmi, sapendo tuttavia che, come in tutti gli aspetti della vita, potrebbero esistere delle attività anomale.

lunedì 23 marzo 2009

La persistenza e l'espansione delle scie

Riassunto

La settimana scorsa ho pubblicato un tutorial che spiega come analizzare i dati atmosferici registrati dalle radiosonde al fine di verificare se in un dato giorno, luogo ed ora esistono o meno le condizioni per la formazione di scie di condensazione di aereo. Il tutorial riguarda la caratterizzazione di una variabile, le condizioni per la formazione di scie di condensa, variabile che può avere solo due valori: i) ci sono le condizioni, ii) non ci sono le condizioni.
Se invece vogliamo spingerci oltre e capire come saranno queste scie (lunghe, corte, persistenti, espanse) il discorso è un po’ più complesso e prevede un ulteriore lavoro di analisi.
Nel posto odierno affronto quindi la problematica della persistenza e della espansione delle scie.
Dico subito che la tematica è molto complessa e che una sua trattazione esaustiva va al di là degli scopi di questo blog.
Quello che mi prefiggo di fare è spiegare quali condizioni atmosferiche permettano la persistenza e l'espansione delle scie e mostrare altresì come l'osservazione di scie espanse e di scie non persistenti nello stesso specchio di cielo (fenomeno che inquieta chi ritiene che sia in atto una operazione di irrorazione) in realtà non mi stupisca più di tanto poichè si tratta di un fenomeno che può essere spiegato in base alla teoria scientifica di formazione delle contrails.

La saturazione su ghiaccio

Ho pensato per un po’ di tempo a come iniziare questo articolo e alla fine ho ritenuto che la cosa più giusta fosse partire da un grafico, il grafico che mostra i valori di umidità relativa alle varie temperature necessari per avere saturazione su ghiaccio. Il grafico, riportato in figura 1, è costruito sulla base dei dati presenti in una tabella di un report della Cornell University [1].

Figura 1


Nel grafico, sull’asse delle x abbiamo la temperatura in celsius e sull’asse delle y la umidità relativa (RELH). I pallini neri sono i valori di RELH a ciascuna temperatura con i quali si ha saturazione su ghiaccio.
Perchè questo grafico è così importante? Perchè sopra saturazione su ghiaccio le scie di condensazione, che sono fatte di ghiaccio, non sublimano, rimangono cioè ghiaccio e addirittura si espandono perché ulteriore ghiaccio si forma per deposizione di umidità atmosferica sulla scia. Le scie sublimeranno solo quando l’atmosfera circostante non sarà più sovrasatura.
Sotto saturazione su ghiaccio le scie invece non possono permanere nello stato solido e, più o meno rapidamente, sublimano.
Citando testualmente il report della Cornell University del 1961[1] vediamo che:

"Contraiis consisting of ice particles, the more common situation, will persist for hours if environmental conditions exceed ice saturation i. e., exceed ambient relative humidities of approximately 60 to 70%. (See Table II for exact relative humidity values versus temperature. ) When the ambient humidity is less than ice saturation, contrails comprised of ice cryrstals will sublime in seconds to minutes depending on contrail density."
"Le scie di condensa costituite da particelle di ghiaccio, la situazione più comune, persisteranno per ore se le condizioni ambiente eccedono la saturazione su ghiaccio, ad esempio se eccedono l'umidità ambientale relativa del 60-70% (vedi grafico in fig 1). Quando l'umidità ambiente è minore della saturazione su ghiaccio, le scie composte da cristalli di ghiaccio sublimeranno (cioè passeranno allo stato di vapore) in secondi o minuti, dipendentemente dalla densità della scia."

Mi sembra molto chiaro.
Allora, quando verifichiamo che in una giornata esistono le condizioni per la formazione di scie e vogliamo sapere come saranno queste scie, la prima cosa che possiamo fare è andare a vedere in che parte del grafico mostrato in figura 1 ci troviamo. Siamo sotto la linea nera? Siamo più o meno a livello della linea nera? O siamo sopra la linea nera? A seconda di dove ci troviamo possiamo aspettarci dei comportamenti diversi delle scie.
Facciamo degli esempi teorici per spiegare quanto detto e poi passiamo a dei casi reali.

Esempio A

Immaginiamo di trovarci in volo ad una pressione atmosferica di 250 hPa (intorno quindi ai 10200mila metri), ad una temperatura di -55°C e con una umidità relativa del 10%. Tale situazione è descritta nell'Appleman chart mostrato in figura 2.

Figura 2


Con queste condizioni atmosferiche, come si vede chiaramente dal grafico, ci aspettiamo la formazione di scie. Ma che scie saranno? Lunghe, corte, persistenti?
La prima cosa che possiamo fare per saperlo è andare a vedere in che parte del grafico di saturazione su ghiaccio ci troviamo (figura 3)

Figura 3


Ci troviamo nel punto A, ben al di sotto della saturazione su ghiaccio, quindi mi aspetto una scia di breve durata.

Caso B

Immaginiamo ora di essere alla stessa pressione atmosferica e temperatura del caso precedente, cioè 250 hPa e -55°C, ma di avere umidità atmosferica ben più alta, ad esempio una umidità relativa del 70% (figura 4).

Figura 4


Ci troveremmo nel punto B, quindi nella zona di persistenza del ghiaccio. Mi aspetto in questo caso persistenza della scia e possibilmente anche espansione.

Caso C

Anche quando siamo sotto saturazione su ghiaccio, può succedere che le scie possano avere una certa persistenza. La NASA chiama infatti scie persistenti (link, caso del pannello 6) quelle scie che si formano sotto saturazione su ghiaccio, quando però i) la temperatura è molto bassa e ii) siamo vicini alla curva di saturazione su ghiaccio. Analoghe considerazioni si trovano nel report della Cornell [1] dove però viene scritto che in queste particolari condizioni la scia non persisterà (d'altronde siamo sotto saturazione) ma più la temperatura è fredda, più la scia sarà densa e durerà di più. In entrambi i casi non viene fatta una stima temporale di questo tipo di persistenza (si veda oltre).
Proviamo a fare allora un esempio di questa particolare situazione. Immaginiamo di essere sempre alla stessa pressione atmosferica dei casi precedenti, 250 hPa, ma di avere una temperatura più bassa, -60°C, e una umidità relativa più alta, 40%, ma sempre sotto saturazione( figura 5).

Figura 5

Ci troveremmo nel punto C e la scia sarebbe più densa della scia che si forma nel punto A e durerebbe di più.

Caratterizzare la persistenza e l'espansione delle scie in termini di tempo e forma.

Ma quanto può durare in termini di tempo una scia sotto saturazione su ghiaccio nei vari casi? E quanto può durare una scia sopra saturazione? E come appaiono fisicamente le scie nei vari casi?
Proviamo a rispondere. Per farlo mi baso su un interessante tutorial di K. Gierens [2]. Utilizzo come esempi delle fotografie di scie da me scattate la mattina del 18 marzo, una mattina davvero ideale per studiare la persistenza. Tali fotografie corrispondono a mio avviso alla descrizione presente nel tutorial.

Iniziamo col descrivere le scie che si formano sotto saturazione su ghiaccio. Di seguito riporto testualmente, in corsivo, quanto scritto nella presentazione di K. Gierens.

"In subsaturated air contrails will last no longer than about 2 min".

Questa frase ci dice che sotto saturazione non possiamo avere persistenza maggiore di due minuti. Molto bene. Andiamo ora piu nello specifico.

"In very dry air (RHi˜10%) contrails can evaporate after only 4 sec (length 1 km).

In aria molto secca le scie evaporano in pochi secondi.
Come esempio di questo particolare caso ho selezionato una fotografia scattata intorno alle 08:30 dell'11 marzo 2009. Si tratta di una scia non persistente che si spegne dopo pochi secondi anche se non è delle più corte. Secondo me siamo a più del 10% :)



Continuiamo.

"Under less subsaturated conditions, ice crystals are trappedin the downward travelling vortex pair, shed by the aircraft wings. The vortices become unstable and start to break up into waves and rings after about 2 min. Ice crystals, released into the subsaturated environment, quickly evaporate."
In questo caso, se l'umidità è meno sottosatura, si formano dei vortici in cui i cristalli di ghiaccio rimangono intrappolati. Tali vortici si rompono in onde e anelli dopo circa due minuti e velocemente evaporano.
Questo potrebbe essere il caso della persistenza sotto saturazione indicata nel sito della NASA? In fondo, se Gierens scrive che sotto saturazione le scie durano al massimo due minuti, dovrebbe essere così.
Ho selezionato due foto di una scia fotografata sempre la mattina dell'11 marzo come esempio della situazione descritta. La scia d'interesse è quella verticale.


La scia è più lunga di quella precedente quindi persiste più a lungo. Vediamo anche un particolare della scia. La scia presenta onde e degli anelli in fase di spegnimento.



Passiamo ora alle condizioni sopra saturazione.

In slightly supersaturatedair the ice in the rings vanishes (because of adiabatic heating in the downward travelling vortices), however, a faint trace of an ice curtain, the secondary wake, stays persistent.
In aria un po' sovrasatura (siamo appena sopra la linea nera) gli anelli svaniscono ma rimane una tracca di ghiaccio che persiste (la scia secondaria)
In more supersaturated air also the ice in the bursting vortices survives, a strong contrail appears that can undergo contrail-to-cirrus transformation.
In aria più sovrasatura anche il ghiaccio nei vortici sopravvive e si forma una forte scia che si trasformerà in cirro.
Per quanto riguarda la durata temporale delle scie sopra saturazione abbiamo già visto che esse possono durare anche ore.
Come esempio di scia persistente sopra saturazione ho scelto questa scia, fotografata alle 8 di mattina dell'11 marzo (non mancava niente quel giorno :D )


Inizialmente la scia mostra la presenza della wake secondaria, indice di leggera sovrasaturazione su ghiaccio.


Ma dopo circa 30 minuti, sia la primary che secondary wake sono ancora presenti. Siamo quindi in condizioni di sovrasaturazione su ghiaccio.


Bene. Abbiamo raccolto un importante risultato. Nella stessa giornata, nel giro di pochi minuti, abbiamo osservato la presenza di scie con durata di qualche secondo, di qualche minuto, e di 30 minuti. Tre tipologie differenti di scie che richiedono differenti condizioni atmosferiche.
Ma come possiamo spiegare tutto ciò? In due semplici modi:

i) abbiamo visto delle bellissime scie chimiche;
ii) la mattina dell'11 marzo in atmosfera esistevano differenti livelli di umidità relativa in diversi punti dell'atmosfera e ciò ha provocato la formazione di scie di diverso tipo.
Io propendo decisamente per la seconda ipotesi, non ho dubbi, anche perchè le misure di RELH della radiosonde (basta guardare i radiosondaggi di varie giornate) ci dicono proprio che i livelli di umidità alle varie quote sono molto variabili!
Ecco perchè vedere scie tanto diverse allo stesso tempo non mi preoccupa più. E' un fenomeno spiegabile.

Alcune considerazioni molto importanti.

1. Per prevedere il tipo di scia è importante conoscere i valori di RELH alle varie quote. Purtroppo le misure di umidità relativa effettuate dalle radiosonde a mezzogiorno soffrono di un errore, al punto che esistono degli algoritmi per correggere tali errori [3].
Bisogna tenere assolutamente conto di questa cosa. Valori di umidità sotto saturazione su ghiaccio potrebbero in realtà essere sopra saturazione a causa dell'errore nelle misure.
In base a quanto letto fino ad ora sull'argomento, ho visto che sarebbe bene considerare almeno un 10% di errore nei valori di umidità relativa quando si effettuano analisi dei dati atmosferici, ma l'argomento non è assolutamente ancora chiarito.
Bisogna ricordarsi anche l'incertezza totale delle sonde sulle misure di umidità relativa (che è del 5% per la sonda Rs92) da specifiche di prodotto è indicata fino a -60°C. Sotto i -60°C non è indicato che tipo di incertezza ci sia.

2. La radiosonda fa delle vere e proprie "istantanee" di alcuni punti dell'atmosfera. Ora, le condizioni atmosferiche possono variare nello spazio e nel tempo. La sonda misura punti distanti in verticale anche 300 metri. Cosa succede in quei 300 metri non misurati? E cosa succede negli altri punti dello spazio alla quota misurata, ma a qualche centinaia di metri o chilometri di distanza? Inoltre, le condizioni atmosferiche, come sappiamo, possono anche variare rapidamente nel tempo.
Per questo motivo i dati atmosferici vanno presi con estrema cautela e non possono essere rappresentativi per tutte le scie che vediamo in una giornata.

3. Ricordo che più volte ho documentato in questo blog casi in cui ho osservato scie persistenti intorno all'ora dei radiosondaggi con valori di RELH sotto saturazione su ghiaccio.
Devo dire che se inizialmente questi accadimenti mi sorprendevano, ora non lo fanno più di tanto.
Come scritto sopra, la sonda ci mostra una istantanea di vari punti dell'atmosfera, ma non di tutta l'atmosfera nel tempo. Vedere scie persistenti con umidità sottosatura potrebbe essere spiegato con errori della sonda, o con il fatto che la scia si trova in un punto dell'atmosfera diverso da quello in cui la sonda è passata, con valori di umidità diversi. Non possiamo escludere queste ipotesi.
Infine ricordiamo che esiste, come visto, anche la persistenza sotto saturazione. elemento da tenere in considerazione in questi casi (anche se questo tipi di persistenza dovrebbe essere di minuti).

4. Non è così banale, vista una scia, attribuirla ad una categoria (persistenti, persistenti sotto saturazione, espanse). La cosa migliore per identificare una scia è analizzare la sua forma e il suo tempo di persistenza,
Consiglierei agli appassionati di provare a caratterizzare le scie osservate in base alla classificazione mostrata in questo post. La cosa può essere molto divertente.

Conclusioni

La teoria scientifica di formazione delle contrails permette di spiegare le scie che vediamo in cielo. In particolare, vedere scie persistenti e non persistenti contemporaneamente può essere spiegato semplicemente in base alla presenza di valori di umidità relativa differenti alle varie quote di volo.
Purtroppo non è semplice verificare da terra la teoria scientifica poichè dovremmo conoscere i valori esatti di T e RELH nel punto di passaggio della scia. Quello che conosciamo sono invece i valori di HR e T di certi punti dell'atmosfera in alcuni istanti.
Tuttavia, ci sarebbe un modo per conoscere indicativamente i valori di umidità e temperatura nel punto in cui passa un aereo ma bisognerebbe fare due piccole assunzioni: la teoria di formazione delle scie di condensazione è corretta e le scie chimiche non esistono.
Se si accettano queste assunzioni sarebbero proprio le scie di condensazione a dirci quali sono i valori di umidità in cielo. Questo perchè sappiamo bene che a un particolare tipo di scia debbono corrispondere necessariamente ben determinati valori di umidità e T :)
Le scie di condensazione possono infatti funzionare come delle ottime sonde atmosferiche :D

Appendice

Le foto che ho riportato sono state scattate tra le ore 8:00 8:30 dell'11 marzo 2009, a 4 ore di distanza dai radiosondaggi delle 12Z. Riporto comunque i diagrammi di analisi atmosferica della giornata.
Il primo grafico è l'Appleman chart della giornata (fig. 6)

Figura 6

Da questo grafico vediamo che le temperature sono molto basse e che possiamo aspettarci scie in un ampio range di quote, dai 300 hPa in su.
Il secondo grafico è quello che mostra i valori di umidità relativa, considerando un errore del 10% (figura 7).

Figura 7.

Questo grafico mostra, pur nell'incertezza dei valori di umidità relativa, che alle 12 abbiamo alti valori di umidità relativa, inferiori ma non lontani dalla saturazione su ghiaccio.


Ringraziamenti

Ringrazio Marco per le preziose indicazioni bibliografiche e Marko per la utile discussione critica sulla persistenza sotto saturazione.

Referenze

[1] Cornell Aeronautical Laboratory INC.of Cornell University, Buffalo 21, N.Y. Prediction of aircraft condensation trails Project contrails Final Report Report noVC-1055-P-S Contract No. Nonr-1857 (00) 31 October 1961.
[3] V. O. John and S. A. Buehler. Comparison of microwave satellite humidity data and radiosonde profiles: A survey of European stations Atmos. Chem. Phys., 5, 1843–1853, 2005

Nota sul copyright.
Copyright © 2009 - All rights reserved. Tutti i diritti sono riservati. Per richiedere la riproduzione dell'articolo o delle fotografie scrivere all'indirizzo e-mail sciemilano@yahoo.it

giovedì 19 marzo 2009

Di cosa si tratta?

Per staccare almeno un giorno dalla tematica scie, vorrei oggi parlare di un altro argomento che mi affascina e interessa particolarmente: gli oggetti apparentemente sferoidali che a volte vengono osservati mentre si filmano le scie di aereo.
Qualche giorno fa, mentre filmavo l'ultima scia della giornata, verso il tramonto, ho filmato un simpatico oggetto sferoidale che si muoveva in direzione rettilinea. L'oggetto sembrava riflettere la luce.
Ora, dopo l'abbaglio della "teoria" delle scie chimiche, andrei un attimo cauto sull'argomento.
Prima di parlare di sfere volanti, UFO o sonde è infatti necessario poter escludere al 100% che l'oggetto sia un oggetto noto (ad esempio un uccelo, un pallone, un satellite).
Se si escluderanno tutti i fenomeni noti, allora sarà lecito di parlare di fenomeni non noti.

Questo è il video. Secondo voi di cosa si tratta?

Video: What is this? (per vedere il video in alta qualità: link)

martedì 17 marzo 2009

Come verificare se esistono le condizioni per la formazione di scie di condensazione mediante l'Appleman Chart (tutorial)

Nell'ultimo mese, in seguito a una vivace e inaspettata discussione scaturita dalla pubblicazione di fotografie di scie di aereo e di semplici analisi dei dati atmosferici, ho potuto verificare che tra gli appassionati della tematica esiste un po' di confusione sulla distinzione tra concetti ben distinti quali formazione e persistenza, e sulla procedura da seguire per verificare se e a che quota si possono prevedere scie in una determinata giornata in base all'analisi dei dati atmosferici rilevati dalle radiosonde.
Affrontare la tematica delle scie di aereo vuol dire, in primo luogo, affrontare con sicurezza l'analisi dei dati atmosferici, e la confusione riscontrata su questo argomento non è certo d'aiuto al dibattito in corso.
Affrontare le scie di aereo senza essere in grado di leggere i dati atmosferici, è come tuffarsi in mare aperto senza saper nuotare.
Ho allora pensato che potesse essere utile fare ulteriore chiarezza su questi concetti.

Nel post di oggi spiego con un breve tutorial come verificare in una determinata giornata ed ad una determinata ora se e a che quota è prevista la formazione di scie di condensazione in basa all'analisi dei dati atmosferici. Ho utilizzato allo scopo il metodo dell’Appleman Chart. Tale metodo di previsione delle scie è esaustivamente spiegato sul sito della NASA [1].
In un prossimo post tornerò invece sul concetto della persistenza, concetto sicuramente ben più complesso.
Questi tutorial sono propedeutici alla analisi di alcune giornate di scie del mese di marzo 09 che conto di pubblicare a breve.

Tutorial: come verificare se esistono le condizioni per la formazione di scie di condensazione.

Per prima cosa dobbiamo decidere su cosa basare i nostri studi. Io mi baso sulla teoria scientifica che spiega la termodinamica della formazione delle scie, formulata negli anni 40-50 (Schmidt, 1941; Appleman, 1953) e successivamente rivista ed estesa negli anni '90 (Schumann, 1996) [2, 3, 4,]. Ricordo che in base a questa teoria che le scie di condensazione di aereo si possono formare a qualsiasi valore di umidità relativa, quindi anche a umidità relativa dello 0% in linea di principio. Se la temperatura è sufficientemente bassa, la umidità presente nello scarico dei motori è sufficiente per produrre una scia di condensazione. Sul sito della NASA troviamo infatti:

"If the atmosphere were colder than the temperature indicated by the 0% line, a contrail would form even if the relative humidity of the atmosphere were zero. By itself, the airplane will supply enough moisture to make the contrail, and no moisture is necessary from the atmosphere to form the cloud."

Questo fatto è risaputo da più di 50 anni. Il diagramma di Appleman (vedi oltre) mostra chiaramente come a qualsiasi quota, al di sotto di una determinata temperatura si entri in una zona chiamata "always contrail" dove le scie si possono formare a qualsiasi valore di umidità relativa.
Su internet gira tuttavia una definizione riguardo alla formazione di scie secondo la quale le normali scie si possono formare solo col 70% di umidità relativa. Risulta chiaro che sulla base di questa definizione alternativa, poichè raramente si osservano valori del 70% mentre frequentemente osserviamo scie, quasi tutte le scie di aereo che vediamo non sarebbero spiegabili, una cosa francamente fuori dal mondo.
Sarebbe bene che tutti gli interessati alla tematica riflettessero su questa cosa e decidessero su cosa basare le proprie convinzioni.

Dunque vediamo come calcolare la quota minima di formazione di scie di condensazione in base ai dati atmosferici.
Andiamo per prima cosa sul sito della NASA e prendiamo il diagramma di Appleman esteso alla superficie terrestre (Fig. 1)

Figura 1

Sull'asse delle x è riportata la temperatura in celsius e sull'asse delle y è riportata la pressione in hPa (ad ogni valore di pressione corrisponde una quota). Sul grafico sono poi presenti delle curve di umidità relativa, dallo 0 al 100%.
Focalizziamo la nostra attenzione alla linea orizzontale dei 400 hPa (corrispondenti a circa 7000 metri di quota). Osservate le curve di umidità nella figura 1. Esse intersecano la linea orizzontale dei 400 hPa in vari punti. Ogni punto di intersezione corrisponde ad uno specifico valore di temperatura.
Bene. Ora immaginiamo che la umidità relativa a 400 hPa sia del 100% (Fig.2)

Figura 2

La curva di umidità relativa del 100% incrocia la linea verde continua dei 400 Hpa nel punto A della figura 2. Se uniamo il punto A con la base del grafico mediante una linea perpendicolare ad essa (linea verde tratteggiata nel grafico) vediamo che il punto A corrisponde ad una temperatura di circa -37,0 °C.
Questa è la temperatura atmosferica massima alla quale si potrà avere la formazione di scie alla quota di 6860 metri con umidità relativa del 100%. Con temperature atmosferiche più alte di -36,5 °C non si formeranno scie, con temperature più basse continueremo ad avere scie.
Facciamo ora un altro esempio. Immaginiamo di essere sempre a 400 hPa ma di avere questa volta umidità relativa del 30% (Fig. 3) .

Figura 3


In questo caso, procedendo come sopra, la temperatura massima per la formazione di scie è più bassa, circa - 45,0 °C.
Vediamo anche cosa succede se l'umidità relativa è dello 0% (Fig. 4).

Figura 4

La temperatura massima per la formazione di scie scende a circa -47,0 °C.

Ora lasciamo i casi ideali e proviamo ad analizzare una giornata reale. Ho selezionato la giornata del 21 febbraio 2009. Gli appassionati della tematica, una volta letto il tutorial, per esercizio potranno poi provare a verificare le condizioni di altre giornate.
Per prima cosa ci servono i dati atmosferici della giornata. Questo è il link con i dati atmosferici relativi alla giornata (misurazione delle ore 12Z):


Per sapere se a una certa quota erano previste scie quello che dobbiamo fare è, semplicemente, derivare la temperatura massima a quella quota, come visto sopra, e verificare se la temperatura registrata a quella quota è minore di tale temperatura massima.
Nella giornata in studio, fino ai 400 hPa ciò non si verifica e quindi non abbiamo le condizioni per la formazione di scie (il lettore, volendo, potrà verificare quanto detto come esercizio).
Vediamo cosa succede dai 400 hPa fino ai 200 hPa (fino cioè alla fine della tipical flight level). Di seguito, i dati atmosferici.



Iniziamo a vedere cosa succede a 400 hPa (pallino rosso nella tabella). Vedo che l'umidità relativa era del 25% e la temperatura di -37,1 °C. La curva del 25% però sul grafico non c'è. Cosa faccio allora? La curva del 25% è compresa tra quelle del 30% e dello 0%, quindi quello che posso fare è considerare non un solo valore di temperature ma un intervallo di temperature. Considero cioè l'intervallo di temperature compreso tra la curva del 30% e dello 0%. (Fig. 5).

Figura 5

La temperatura massima necessaria per avere scie è dunque sicuramente compresa tra -47,0 e -45,0°C ma la temperatura misurata dalla sonda come visto è di -37,1 °C, ben più alta. Di conseguenza a quella quota non vi erano le condizioni per la formazione di scie. Lo stesso succede per le quattro quote successive misurate dalla sonda.
A 335 hPa (pallino arancione sulla tabella dei dati) succede invece qualcosa di interessante. (fig6)

Figura 6


L'umidità è del 42% quindi considero l'intervallo tra le curve del 30% e del 60%. La temperatura registrata dalla sonda, -46,8°C, in questo caso ricade nell'intervallo di temperature massime per cui rimaniamo nell'incertezza. Potrebbero esserci le condizioni come potrebbero non esserci.
Alla quota successiva infine (pallino verde nella tabella) siamo finalmente nelle piene condizioni per la formazione di scie di condensazione (Fig 7).

Figura 7


A quella quota, a 300 hPa, l'umidità relativa registrata è del 55% e la temperatura registrata è di -52,3°C. Anche in questo caso la curva del 55% non è disegnata, per cui di nuovo considero un intervallo di temperature compreso tra le curve del 30% e del 60%: -48,0 - -47,0°C. La temperatura effettiva misurata dalla sonda è ben più bassa, -52,3°C. Siamo nelle condizioni per la formazione di scie. Le condizioni sussistono poi fino ai 200 hPa (verifica lasciata al lettore come esercizio).
Sulla base di questa analisi possiamo quindi dire che il 21 febbraio alle 12Z ci aspettavamo scie dai 9080 fino ad almeno 11660 metri di quota (i lettori possono verificare cosa succede a pressioni inferiori a 200 hPa).

Alcune importanti considerazioni.

1. Le misurazioni sono delle 12Z (le 13:00 da noi). Al meglio delle mie conoscenze so che il pallone parte di norma alle 11Z (le 12:00 da noi) Con una velocità ascensionale di circa 5 m/s.
In base a questi dati il pallone raggiunge la quota dove noi abbiamo scie (9080) in circa 30 minuti quindi alle 11:30 Z (le 12:30 da noi) e raggiunge i 12 mila metri dopo altri 10 minuti. Quindi il momento migliore per l'osservazione delle scie il 21 febbraio era dalle 12:30 alle 12:40 (diciamo pure per semplicità tra mezzogiorno e l'una).

2. Per semplicità ho considerato i valori della tabella come tali. Tuttavia dobbiamo ricordare che tutti i dati atmosferici della tabella presentano dei parametri di dispersione. La misurazione dei temperatura della sonda RS92 ha incertezza totale nell'accuratezza di 0.5°C mentre quella di umidità 5% RH. Questo vuol dire che il 39% in realtà è un valore compreso tra 40,95% e 37,05%. Inoltre, sappiamo anche che la sonda alle 12Z tende a sottostimare di circa il 10% [5], per cui dovremmo considerare anche un 10% in più di umidità relativa.

3. Il diagramma di Appleman è riportato e usato sul sito della NASA, tuttavia negli ultimi anni sono state apportate importanti modifiche alla teoria originale per adeguarla ai nuovi motori. Sono quindi disponibili in letteratura diagrammi e curve più accurate.

A questo punto, con un po' di attenzione, e con il grado di precisione desiderato, siamo in grado di andare a verificare per qualsiasi giornata a quale quota troviamo le condizioni per la formazione di scie.

Referenze
[2] Schmidt, E. 1941: Die Entstehung von Eisnebel aus den Auspuffgasen von Flugmotoren. Schriften der Deutschen Akademie der Luftfahrtforschung, Verlag R. Oldenbourg, Muenchen und Berlin, Heft 44, p 1-15.
[3] Appleman, H. S. 1953: The Formation of Exhaust Condensation Trails by Jet Aircraft, Bulletin American Meteorological Society, 34, p 14-20.
[4] Schumann, U. 1996: On conditions for contrail formation from aircraft exhausts, Meteorol. Zeitschrift, 5, p 4-23.
[5] V. O. John and S. A. Buehler. Comparison of microwave satellite humidity data and radiosondeprofiles: A survey of European stations. Atmos. Chem. Phys., 5, 1843–1853, 2005

domenica 15 marzo 2009

Scie di aereo su Milano-13 marzo 2009

In alcune giornate di questo mese di marzo i cieli di Milano sono stati caratterizzati dalla presenza di numerose e spettacolari scie di aereo.
Conto di pubblicare nei prossimi giorni l'analisi di alcune significative giornate di scie di questo mese (e magari, a grande richiesta, qualche altro progetto creativo in stile Art Attack ;)
Iniziamo comunque a vedere delle riprese video del cielo di Milano relative alla giornata del 13 marzo.

Video: Aircraft trails in the sky of Milan-13th March 2009 (per vedere il video in alta qualità: link)

venerdì 13 marzo 2009

Art Attack: come disegnare un bel triangolo di scie in cielo!

In alcune giornate di questo mese di marzo i cieli di Milano sono stati caratterizzati dalla presenza di numerose e spettacolari scie di aereo. Oltre che colpire per l'intenso impatto visivo, queste scie rappresentano anche degli utilissimi elementi di analisi, la cui decifrazione può aiutarci a comprendere bene cosa governa la formazione e la persistenza delle scie che vediamo in cielo.
Conto nei prossimi giorni di proporre fotografie ed analisi di alcune significative giornate di scie di questo mese.
Intanto ieri, nel tardo pomeriggio, ho visto una cosa davvero divertente: tre aerei con le loro scie hanno disegnato in cielo un triangolo isoscele quasi perfetto. Un'opera da Art Attack!
Ho quindi pensato che potesse essere utile spiegare questa difficile tecnica pittorica mediante un breve tutorial ;-)

Tutorial: "Come disegnare un triangolo di scie in cielo"

Procedimento

1) Prendere della colla vinilica...ehhm. No, non è questo il caso!

1) Prendere un B737 con scia

2) Prendere poi un A321 con scia.


3) Prendere infine un piccolo jet che vola ad alta quota con scia


Fare incontrare i tre aviogetti nel seguente modo:

a)


b)

c)

d)

e)


Ed ecco il nostro bianco triangolo di scie splendente in cielo!



Facile, veloce e, soprattutto, senza una sola goccia di colla vinilica!!



Nota sul copyright.
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domenica 8 marzo 2009

Il cielo di marzo

Finalmente una giornata quasi primaverile a Milano. Forse il freddo di questo lungo inverno è passato!
Nel post di oggi riporto alcune fotografie del cielo della mia città scattate nella giornata di sabato 7 marzo 2009. Le condizioni atmosferiche hanno permesso in particolare di fotografare bene aerei a bassa quota. Si sono viste anche deboli iridescenze nelle nuvole (sempre comunque spettacolari), qualche aereo con scia ad alta quota, e come spesso accade, a fine giornata una splendida luna" accarezzata" da una scia.
Sottolineo che questo post, come altri precedentemente pubblicati, non ha carattere di analisi, o di verifica di anomalie. Da tempo ormai fotografo il cielo non solo per verificare l'esistenza di anomalie ma anche per apprezzarne la bellezza. Personalmente trovo una nuvola, una scia, un aereo dei soggetti stupendi.
In questo post non ho quindi effettuato la consueta identificazione dei modelli e delle compagnie aeree dei velivoli fotografati. Lascio questo compito, come eventuale esercizio, a chi lo vorrà fare :)
Ricordo infine che la mattinata di oggi è stata perfetta per fotografare scie. Appena possibile pubblicherò le foto della giornata.

Deboli iridescenze nel cielo di Milano.


Sette aeromobili in volo a bassa quota (senza scie ovviamente ;-) Chi li identifica tutti e sette vince un utilissimo telemetro :-)


Due aerei ad alta quota con scia.


Luna e scie

Nota sul copyright.

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mercoledì 4 marzo 2009

Su cosa si basa la "teoria" delle scie chimiche?

"Noi accettiamo la realtà del mondo così come ci viene presentata."
(Christos, The Truman Show)

In questo articolo spiego cosa penso della "teoria" delle scie chimiche presente su internet. Tale "teoria" getta le sue basi su una descrizione delle scie di condensazione di aereo alternativa alla corrente descrizione scientifica e su delle osservazioni di particolari fenomeni non verificate.
Se sostiuiamo alla descrizione alternativa la corrente teoria scientifica e se rimuoviamo i dati non verificati, ecco che la "teoria" delle scie chimiche presente su internet non sta più in piedi.
A mio avviso, la discussione sull'esistenza di eventuali anomalie nei nostri cieli va invece condotta sulla base della corrente teoria scientifica di formazione delle contrails.

1. Introduzione

Spesso mi sorprendo di quanto la "teoria" delle scie chimiche descritta su internet faccia presa su alcune persone al punto che si arrivi a parlarne su siti, blog, forum, programmi televisivi (ehm.. ) fino ad arrivare alle interrogazioni parlamentari sulla vicenda.
Di certo è una tematica affascinante, seguita da tanti appassionati, ma di per sé questo non basta per spiegarne la longevità. Ma allora su cosa si regge?
Dopo avere riflettuto per un tempo sulla cosa, ho capito che la "teoria" delle scie chimiche riesce a mantenersi in vita reggendosi su tre assi portanti:

i) una spiegazione della formazione delle scie di condensazione alternativa alla corrente teoria scientifica;
ii) la non conoscenza della corrente teoria scientifica di formazione delle scie di condensazione da parte della maggior parte delle persone;
iii) osservazioni di particolari fenomeni non verificate.

Vediamo di discutere questi punti.

2. La teoria scientifica di formazione delle scie di condensazione

Come ho potuto verificare nel corso delle mie ricerche, le scie di condensazione di aereo sono un fenomeno conosciuto e studiato da più di 50 anni. E' stata formulata una teoria scientifica negli anni 40-50 [Schmidt (1941), Appleman(1953)] che spiega la termodinamica della formazione delle scie, successivamente rivista ed estesa negli anni '90 [Schumann (1996)].
Un interessante tutorial di K. Gierens che spiega le scie di condensazione è presente nel seguente documento:

Le scie inoltre sono attualmente studiate in vari centri di ricerca poichè rappresentano un argomento di notevole interesse scientifico.
Questi sono alcuni centri di ricerca che studiano le scie di condensazione nel mondo:


Ho poi cercato cosa fosse stato pubblicato sulle scie di condensazione nell'ultimo anno. Nel link di seguito mostrato sono elencate le referenze di alcune pubblicazioni scientifiche sulle scie di condensazione relative al solo 2008:


Le scie di condensazione sono dunque un fenomeno noto e attualmente studiato. In particolare, due punti fondamentali della teoria scientifica da tenere bene a mente per il mio discorso sono che:

i) le scie di condensazione si formano con qualsiasi valore di umidità relativa;
ii) le scie di condensazione possono durare da pochi secondi a ore a seconda delle condizioni atmosferiche.

Bene. Risulta a questo punto chiaro e ovvio che il dibattito sulle scie chimiche dovrebbe gettare le sue basi su questa teoria scientifica. Una persona affascinata dalla tematica dovrebbe per prima cosa capire bene cosa sono le scie di condensazione di aereo basandosi sulla letteratura scientifica. Eppure, inspegabilmente, non è affatto così: il dibattito sulle scie chimiche getta infatti le sue basi su una descrizione del fenomeno scie alternativa a quella scientifica. Vediamo perchè.

3. Una realtà alternativa

Per prima cosa devo sottolineare, come ho avuto modo di verificare durante la mia esperienza di ricerca sulle scie, che la teoria scientifica di formazione delle scie di condensazione di aereo ha due caratteristiche fondamentali: i) è una teoria difficile, complessa, di non immediata comprensione e ii) è conosciuta bene da poche persone al mondo. La maggior parte delle persone la ignora.
Tenendo a mente questi punti vediamo cosa succede quando una persona si imbatte nella "teoria" delle scie chimiche su internet.
Immaginiamo una persona che non sappia niente di scie, di aerei, che non abbia dimestichezza col metodo scientifico e che non abbia ben chiaro come distinguere un aereo che sta a 2000 metri da uno che sta a 10mila metri. Molti di noi sono, o sono stati più o meno in questa situazione. Per caso un giorno questa persona si imbatte su internet nella "teoria" delle scie chimiche.
A meno che casualmente capiti sul mio blog (:D) potrebbe trovare su internet le seguenti informazioni:

i) le scie di condensazione di aereo si formano con il 70% di umidità relativa;
ii) le normali scie di aereo durano al massimo qualche minuto.

Se avete notato, sono due definizioni completamente antitetiche rispetto a quella delle teoria scientifica. Nella teoria scientifica non si parla proprio di 70%, nè si dà un limite di tempo di qualche minuto per la persistenza. Riassumendo:

>teoria scientifica: 0-100% umidità relativa;
>spiegazione alternativa: almeno 70% umidità relativa;

>teoria scientifica: durata scie da secondi a ore;
>spiegazione alternativa: durata scie al massimo qualche minuto.

Bene. Il neofita ha fatto il suo primo incontro con il mondo delle scie di aereo e ha trovato una spiegazione delle scie di condensazione di aereo. Non avendo elementi di paragone egli ha raccolto questa spiegazione alternativa ritenendola corretta, accettando la realtà che gli è stata presentata.
A questo punto il neofita pensa che le normali scie si formino col 70% di umidità relativa e che durino al massimo qualche minuto.
Mettendosi ad osservare il cielo egli vede scie con valori registrati di umidità relativa del 30% e penserà: "Non è possibile, la spiegazione che ho trovato su internet dice almeno 70%; allora sono scie chimiche!".
Poi il neofita osserva anche la presenza di scie che durano ore e sulla base della spiegazione alternativa penserà: "Ma allora è vero, sono scie chimiche, le scie normali durano al massimo qualche minuto!".
La cosa divertente è che umidità del 70% in quota è cosa rara. Quindi in base alla spiegazione alternativa quasi tutte le scie che vediamo dovrebbero essere chimiche, e quasi tutti gli aerei di linea che ci passano sulla testa (in Gran Bretagna, come si può vedere in una bellissima animazione della BBC, passano ad esempio ogni giorno 7500 aerei trasportando più di un milione e mezzo di passeggeri) dovrebbero essere aerei "cattivi", una cosa francamente fuori dal mondo.

4. Dati non verificati

Oltre alla spiegazione alternativa di formazione delle scie di condensa, la "teoria" delle scie chimiche si basa anche su alcune osservazioni di particolari fenomeni che in più di anno di ricerca non ho mai verificato. Uno di questi fenomeni è:

i) aerei che sciano a bassa quota.

Come ho più volte spiegato in questo blog, non ho trovato alcuna evidenza di sorvoli a bassa quota di aerei con scie equiparabili alle scie osservate a 10mila metri. Nessuna. Nè su Milano nè in un paio di casi analizzati su Berlino. Tutti gli aerei con scia fotografati, per i quali ho effettuato una stima della quota di volo si trovavano in media ad una quota stimata compresa tra i 10 e gli 11 mila metri. Analoghi risultati sono stati ottenuti da un altro autore a Vicenza.
Queste analisi mi hanno anche fatto capire come appare un aereo a 2mila metri, e mi hanno fatto capire che se un aereo sciasse a 2mila metri ci troveremmo di fronte ad uno spettacolo così incredibile che rimarremmo tutti col naso all'insù. Per questo motivo sono molto sorpreso dal fatto che vengano riportati dati relativi a sorvoli con scia a bassa quota. Non riesco davvero a capacitarmene.
Certo per alcuni può sembrare assurdo che una persona possa credere che ci siano aerei che sciano a 2000 metri visto che, come detto, sarebbe un fenomeno incredibile, ma il problema è che non tutti sanno come appare un aereo a mille o a 10mila metri. Non è un concetto immediato e di conseguenza una persona può ritenere coerente che un aereo rilasci scione a 2mila metri.

5. Rimettere le cose a posto

Se a questo punto sostituiamo alla spiegazione alternativa di formazione delle scie la corrente teoria scientifica e se non consideriamo i dati non verificati, la "teoria" delle scie chimiche crolla inesorabilmente come un fragile castello di carte sospinto da un sussurro di vento.
Detto questo, risulta però chiaro che la "teoria" delle scie chimiche così come è descritta su internet probabilmente continuerà ad esistere proprio grazie all'esistenza di un substrato di persone che non conoscono la teoria scientifica di formazione delle contrails e che non hanno idea di come appaia un aereo a mille o 10mila metri.
Prevedo quindi che con questo terreno così fertile si parlerà di scie chimiche in questi termini ancora per molto tempo, e non posso che dispiacermene.
Grazie al cielo devo però dire che la "teoria" delle scie chimiche presente su internet è stata sempre bloccata a livello ministeriale. Le risposte ministeriali sulle scie chimiche sono sempre state pronte ed esaustive, mostrando una ottima conoscenza del fenomeno scie da parte degli esperti del ministero che hanno proprio fatto notare come i siti specialistici degli osservatori delle scie chimiche risultano carenti dal punto di vista scientifico.

Ora. La discussione su possibili anomalie nei nostri cieli è però un argomento estremamente interessante ma che va affrontato sulle giuste basi. Discutere di scie chimiche con chi basa le proprie convinzioni su teorie alternative a quella scientifica non ha a mio avviso alcun senso. Discutere dell'eventuale esistenza di scie anomale basandosi sulla corretta teoria delle scie di condensazione ha perfettamente senso, ed è quello che io tento di fare. L'unica ricerca sulle scie chimiche che per me ha un senso è quella scientifica.

Io credo che gli interessati alla tematica dovrebbero riflettere tanto su queste cose e decidere su cosa basare le proprie convinzioni.
Accettare la teoria scientifica e basarsi su dati verificati non vuol dire abbandonare le scie chimiche. Al contrario, vuol dire affrontare l'argomento su solide basi scientifiche e non su una palafitta costruita sulle sabbie mobili.

6. Conclusioni

Ricordo per concludere che agli inizi della mia avventura, quando io ero un neofita delle scie, ritenevo un dovere morale investigare sulle scie chimiche visto l'inquietante scenario proposto.
L'ho fatto, e fino ad ora ho verificato che di inquietante c'è davvero poco se non proprio le fragili basi su cui poggia la "teoria" delle scie chimiche.
Ora che neofita non sono più e che ha capito come stanno le cose, oltre al piacere di fotografare il cielo e al verificare l'eventuale esistenza di anomalie nei cieli basandomi su una solida base scientifica, ritengo di avere un nuovo dovere morale: divulgare la teoria scientifica di formazione delle scie di condensazione e spiegare come riconoscere la quota di volo di un aereo. In questo modo chi crede nella realtà alternativa delle scie chimiche ma che a un certo punto vuole provare a metterla in discussione per poi magari iniziare a investigare scientificamente, può trovare una facile e pronta via d'uscita.
Sempre che egli voglia uscire ovviamente.

"Cerco di aprirti la mente, Neo, ma posso solo indicarti la soglia. Sei tu quello che la deve attraversare."
(Morpheus, The Matrix)


Referenze
Appleman, H. S. 1953: The Formation of Exhaust Condensation Trails by Jet Aircraft, Bulletin American Meteorological Society, 34, p 14-20.
Schmidt, E. 1941: Die Entstehung von Eisnebel aus den Auspuffgasen von Flugmotoren. Schriften der Deutschen Akademie der Luftfahrtforschung, Verlag R. Oldenbourg, Muenchen und Berlin, Heft 44, p 1-15.
Schumann, U. 1996: On conditions for contrail formation from aircraft exhausts, Meteorol. Zeitschrift, 5, p 4-23.

lunedì 2 marzo 2009

Scie del 28 febbraio

Fotografie di scie di aereo nel cielo di Milano scattate il 28 febbraio 2009 poco prima del tramonto. Scie e nuvole danno origine a spettacolari contrasti di forme e colori.







Nota

Le fotografie sono state processate per migliorare la visibilità delle caratteristiche morfologiche delle scie e ovviamente per rendere più spettacolari gli effetti cromatici :)

Nota sul copyright.

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